domenica 16 settembre 2007

ditemi di no, e mi metto l'anima in pace



Ci sono diversi modi di fare giornalismo.

Qualcuno ricorderà - e forse mi potrà dare una mano per nome e foto - quando ritornarono le prime 700 bare di soldati americani caduti in Iraq, e un giornalista creò un fotomontaggio che le allineava a ricoprire l'intera superficie di un campo da football. Se ricordo bene fece innervosire l'amministrazione americana che tentò di censurarlo.

Questo credo sia un ottimo modo di fare del giornalismo.
Io non sono così bravo e, come gli orientali, non mi resta che scopiazzare.

Il genocidio del Ruanda ha un bilancio stimato in circa un milione di morti: allora, se teniamo conto che il cadavere di un uomo occupa circa due metri lineari, dieci cadaveri occupano venti metri, cento occupano duecento metri, con cinquecento facciamo un chilometro e con cinquecentomila arriviamo a mille chilometri. Quindi potrete immaginare di partire da Aosta e vedere nell'opposta corsia dell'autostrada una doppia fila di corpi che vi accompagnerà fino che il vostro viaggio non sarà interrotto dallo stretto di Messina.
Se io vi chiedessi qualcosa di questa storia, alcuni ricorderanno hutu e tutsi, ma pressochè nessuno sarà in grado di dirmi perchè è iniziata, come si è sviluppata e quando e perchè è finita. Questo dimostra che sul Ruanda è stato fatto un giornalismo pessimo e inconsistente.

Avviciniamoci... La guerra nella ex-Jugoslavia ha occupato per lungo tempo le aperture dei nostri quotidiani e dei nostri telegiornali. Molti ricorderanno il ponte di Mostar, il massacro di Srebrenica, l'assedio di Sarajevo e l'esodo degli albanesi. Ma se vi chiedessi di spiegarmi le ragioni del conflitto, il suo svolgimento, e soprattutto qual'è l'attuale situazione in quelle zone...
Questo dimostra che è stato fatto un gornalismo ridondante e altrettanto pessimo.

Quanto alla strage di Beslan, come potevano gli avvoltoi farsi sfuggire tutti quei martoriati corpi di bambini... Infatti non se li sono fatti sfuggire, anche se nessuno vi ha mai spiegato che partendo dagli zar, passano per baffone, per arrivare agli eredi di baffone, lo sport preferito dai Russi è stato il massacro e la deportazione dei Ceceni. Questo si badi bene senza accusare il popolo russo per cui nutro un'ammirazione sconfinata che nasce da un approfondita conoscenza della loro letteratura, e senza in alcun modo avallare l'azione di chi a toccato dei bambini: per loro la famosa macina da mulino... e da quelle parti i fiumi non mancano.
A Beslan non è stato fatto del giornalismo, nemmeno quello pessimo. Si è andati a zonzo in caccia della bambolina insanguinata che, come bertolini, fa lievitare tirature e ascolti.

Allora, per tornare al titolo del post, voi ditemi che non esiste più lo spazio per del buon giornalismo e io mi metterò l'anima in pace.
Ditemelo e mi rassegnerò a " d'estate bisogna bere e mangiare molta frutta ", a " oggi fa caldo, oggi fa freddo, oggi piove, oggi nevica ", a " come affrontare quel senso di depressione al ritorno delle vacanze ". Mi sorbirò, senza fiatare il partito unico degli uni e degli altri, le tendenze per l'autunno-inverno, le prodezze di veline e calciatori ( che fortunatamente di solito s'accoppiano, con un consistente riparmio delle amenità che ci vengono propinate ).

Scusate... ah, già li sento: " tu giornalistucolo dilettante vieni a pontificare e ti permetti di stigmatizzare l'operato di stimati professionisti... ". Signori, se voi siete i professionisti, io la qualifica di dilettante me la tengo ben stretta!

A proposito, sapete come si diventa giornalisti? Bisogna scrivere qualche articolo, farselo pubblicare da qualche parte, ma soprattutto ottenere la presentazione di tre facenti parte della casta. Volete sapere come ci si associa al Rotary...

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