martedì 14 agosto 2007

Stragi alla vigilia di Ferragosto (e dell'Assunzione)

Molti di noi fra poche ore o, tutt'al più, domani (fatta la tara dei rispettivi fusi orari) penseranno solo a divertirsi. Altri (come il sottoscritto) celebreranno anche quella che è una delle feste più importanti della cristianità (rectius: di quella parte della cristianità che crede nell'Assunzione). Aggiungo subito: faranno (faremo) anche una cosa giusta: se il lavoro nobilita l'uomo, lo svago lo ritempra ed è il necessario complemento del lavoro stesso. Tuttavia... “lo spettacolo va avanti” (non deve: questo sarebbe troppo), lo spettacolo, in questo caso è rappresentato da nostri simili, da esseri umani come noi che perdono la vita: per terrorismo (è il caso dei morti nel treno in Russia, fra cui 1 italiano, nonostante le autorità russe asseriscano che il “terrorismo” ceceno è stato debellato), per il nostro dissennato modello di sviluppo disgraziatamente copiato anche in Cina (mi riferisco al ponte crollato nel Paese del Dragone provocando almeno una ventina di morti, ponte che doveva essere un'attrazione turistica), uomini che muoiono per cercare una vita migliore (è il caso dei poveri disgraziati morti al largo di Lampedusa), per motivi privati (è il caso, forse, dell'omicidio di Pavia, vittima una giovane ragazza) o ancora per terrorismo (è il caso dell'ennesima bomba in Iraq, nei pressi di Baghdad). Certo ci sono anche le notizie positive, come il ritorno di Don Bossi in Italia o i 170 disperati salvati in Sardegna (questa, in realtà, è una buona notizia a metà, dato che dimostra l'urgenza di diminuire il divario ricchi-poveri), ma purtroppo il dolore lascia una scia più profonda della gioia, semplicemente dura di più e, forse, in questo mondo di diseguaglianze e ingiustizie, è maggioritario. Dopo aver sottolineato che i Ceceni non sono semplici terroristi, anche se io sono per una Russia veramente federale (e veramente democratica) piuttosto che per una Russia disintegrata, vi invito, domani, oltre al giusto divertimento, a pensare un attimo a tante vite spezzate nel mondo e, se credete, a dir loro una breve preghiera.

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