In ogni caso non è mia intenzione riesporre per intero le argomentazioni o gli articoli citati dall' “Osservatorio” (per chi volesse maggiori informazioni il collegamento, comunque, è questo: http://www.osservatoriosullalegalita.org/06/acom/07lug2/1744ritapedolanda.htm). Né voglio affrontare la questione dal punto di vista del mero diritto statale o “positivo” (anche se tale definizione [positivo], in tempi di opinioni libere e diverse, farà arricciare il naso ad alcuni).
Voglio affrontare la questione, invece, da un punto di vista più generale ovvero inerente la “Teoria Generale del Diritto” o la “Filosofia del Diritto” o il “Diritto Naturale” o la “Sociologia” o la“Filosofia” tout-court. In altre parole voglio affrontare il tema della libertà.
Vorrei partire da una parte del Comandamento par excellence del Cristianesimo: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Al di là del fatto che esso è “formalmente” un comandamento, in quanto rispondente alla logica dell'amore diventa una spinta verso la libertà. La libertà è, pure (ma per i laici soprattutto), il 1° termine della Dichiarazione dei Diritti dell'uomo e del Cittadino del 1789.
Ma... c'è un ma... Oltre al Comandamento dell'amore c'è la “Regola Aurea” spesso dimenticata, ma ben presente nei Vangeli (oltre che in molte altre religioni e culture): “Non fare agli altri ciò che non vorresti venisse fatto a te”; inoltre nella stessa dichiarazione rivoluzionaria c'è l'uguaglianza, l'égalité. Se si fa un torto ad una persona si mina il suo diritto di essere uguale a me, a tutti gli altri. Il problema è che i “valori” cui spesso si fa riferimento non sono altro che “regole”, mentre la libertà non è altro che un meta-valore o se volete un anti-valore, un valore che limita tutti gli altri. Il diffuso ossimoro “l'uomo ha bisogno di regole per essere libero” è, come molti altri ossimori, contraddittorio ed un po' ipocrita: in realtà fra libertà e diversità da una parte e giustizia ed uguaglianza dall'altra c'è spesso tensione, una tensione talvolta lacerante. L'ideale, almeno dal mio punto di vista, sarebbe una perfetta parità, un 50% e 50% fra libertà e giustizia. In taluni casi è difficile dire quale sia l'equilibrio perfetto, ma non in questo: qui siamo di fronte ad un “approfittamento” totalmente ingiusto della superiorità psico-fisica. Certe libertà, noi cittadini non possiamo prendercele. Né possiamo permettere da ignavi che altri lo facciano, in qualunque parte del Mondo, tantomeno in Europa, nella nostra Europa.
Se verranno prese iniziative contro i pederasti, gradirei essere avvisato, con un commento o, meglio, via e-mail.
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