Vorrei discutere con voi del problema della libertà. È un problema complesso, che richiede un esame attento e una profonda capacita di penetrazione. Sentiamo parlare molto di libertà: libertà religiosa, libertà di fare quel che vogliamo. Sono stati scritti innumerevoli volumi sull’argomento. Ma io credo sia possibile affrontarlo in maniera semplice e diretta, e forse questo ci porterà alla vera soluzione.
Mi chiedo se vi siate mai fermati a osservare il meraviglioso bagliore del cielo a occidente quando il sole tramonta, con la luna giovane che fa capolino timidamente appena al di sopra degli alberi. Spesso a quell’ora il fiume è calmissimo e ogni cosa si riflette sulla sua superficie: il ponte, il treno che lo attraversa, la luna tenera e, col calare della notte, le stelle. E' tutto molto bello. E per guardare, per osservare, per dedicare tutta l’attenzione a qualcosa di bello, la mente deve essere libera da preoccupazioni, non è cosi? Non deve essere affollata di problemi, di ansie, di elucubrazioni. Solo quando la mente è molto tranquilla si è realmente capaci di osservare, perché allora la mente è sensibile alla straordinaria bellezza delle cose; e forse in questo c’è un elemento che indica la possibile soluzione del problema della libertà.
Orbene, cosa significa essere liberi? La libertà consiste forse nel fare quel che più ci conviene in un determinato momento - andare dove ci pare, pensare a modo nostro? Ma questo lo si fa comunque. Oppure libertà vuoi dire semplicemente essere indipendenti? Nel mondo molte persone sono indipendenti, ma pochissime sono libere. La libertà implica una grande intelligenza, non è così? Essere liberi vuol dire essere intelligenti, ma l’intelligenza non si realizza semplicemente desiderando essere liberi: essa nasce, invece, solo quando cominciate a comprendere tutto il vostro ambiente, le influenze sociali, religiose, familiari e tradizionali che in continuazione vi condizionano. Ma comprendere le varie influenze - l’influenza dei genitori, dello Stato, della società, della cultura a cui appartenete, delle vostre credenze, dei vostri dei e delle vostre superstizioni, della tradizione a cui vi conformate inconsapevolmente - comprendere tutte queste cose e liberarsene richiede una profonda capacità di introspezione. Di solito, però, vi piegate ad esse perché dentro di voi alberga la paura. Temete di non riuscire a raggiungere una buona posizione nella vita, avete paura di quello che dirà il vostro sacerdote, siete spaventati all'idea di non seguire la tradizione, di non fare la cosa giusta. Ma in realtà la libertà è uno stato mentale in cui non c’è paura, né coazione, né bisogno di sicurezza.
La maggior parte di noi desidera la sicurezza. Non vogliamo forse che ci dicano che persone meravigliose siamo, quanto siamo attraenti, o che intelligenza eccezionale abbiamo? Se non fosse così, non avremmo bisogno di esibire i nostri titoli onorifici. Questo genere di cose serve a darci sicurezza, a farci sentire importanti. Desideriamo tutti essere famosi - e nel momento in cui desideriamo essere qualcosa, ecco che non siamo più liberi.
E' importante che afferriate questo punto, poiché rappresenta l’elemento cruciale per la comprensione del problema della libertà. Nel momento in cui desiderate essere qualcuno - sia in questo mondo fatto di politica, potere, prestigio e autorità, o nel cosiddetto mondo spirituale, che esalta la nobiltà d’animo, la santità - non siete più liberi. Ma l'uomo o la donna che percepiscono l’assurdità di tutto questo e i cui cuori sono dunque innocenti perché non sono mossi dal desiderio di essere qualcuno, ebbene, costoro sono liberi. Se comprendete la semplicità di questo approccio, ne vedrete anche la straordinaria bellezza e profondità.
Dopo tutto, la funzione degli esami è proprio quella di assicurarvi una posizione e fare di voi qualcuno. I titoli, il prestigio, la conoscenza, vi incoraggiano in questa direzione. Avete notato che genitori e insegnanti vi dicono che è vostro dovere diventare qualcuno nella vita, che dovete avere successo come vostro zio o vostro nonno? O magari alcuni di voi cercano di imitare l’esempio di qualche eroe, di essere come i Maestri, i santi; e in tal modo, non siete mai liberi. Sia che seguiate l'esempio di un maestro, di un santo, di un insegnante, di un parente, sia che aderiate a una determinata tradizione, tutto ciò contiene implicitamente un’esigenza, da parte vostra, di essere qualcosa; e solo se comprendete veramente questo punto, può esserci libertà.
La funzione dell’educazione è dunque di aiutarvi sin dall'infanzia a non imitare nessuno, ma essere sempre voi stessi. E questo è difficilissimo: non importa se siete brutti o belli, invidiosi, o gelosi, siate sempre voi stessi, ma siatene consapevoli. Essere voi stessi è molto difficile perché credete di essere ignobili e pensate che, se solo poteste trasformare ciò che siete in qualcosa di nobile, sarebbe meraviglioso; ma questo non accade mai. Se invece esaminate e comprendete ciò che effettivamente siete, allora nella comprensione stessa è già presente una trasformazione. Dunque la libertà consiste non nel cercare di diventare qualcosa di diverso da ciò che si è, né nel fare qualunque cosa vi passi per la testa di fare, e neanche nel seguire l’autorità della tradizione, dei genitori, degli insegnanti, ma nel comprendere ciò che siete attimo per attimo.
Vedete, non siete stati educati a fare questo; la vostra educazione vi incoraggia a diventare una cosa o l’altra - ma non è certo questa la comprensione di voi stessi. Il vostro «sé» è una cosa molto complessa; non è semplicemente l’entità che va a scuola, litiga, gioca, ha paura, è anche qualcos’altro che resta nascosto, che non è evidente. E fatto non solo di tutti i pensieri che pensate, ma anche delle cose che sono state inculcate nella vostra mente da altra gente, dai libri, dai giornali, dai vostri capi; ed è possibile comprendere tutto questo soltanto se non desiderate più essere qualcuno, se non imitate, se non seguite modelli altrui - il che significa, in effetti, ribellarsi all’intera tradizione secondo la quale bisogna cercare di diventare qualcuno. E' questa la sola vera rivoluzione, che conduce a una straordinaria libertà. Coltivare tale libertà è la vera funzione dell’educazione.
I vostri genitori, gli insegnanti e i vostri stessi desideri vi spingono a identificarvi con una cosa o l’altra allo scopo di essere felici, sicuri. Ma per essere intelligenti non pensate che sia necessario sbarazzarvi di tutte le influenze che vi riducono in schiavitù e vi annientano?
La speranza di un mondo nuovo è presente in quelli di voi che cominciano a percepire la falsità e a ribellarsi ad essa, non, solo verbalmente, ma nei fatti. Ecco perché dovreste cercare il giusto tipo di educazione: solo crescendo nella libertà potete creare un mondo nuovo che non sia fondato sulla tradizione o modellato sulle idiosincrasie di un filosofo o di un idealista. Ma non può esistere libertà fin tanto che vi limitate a cercare di diventare qualcuno o a imitare un nobile esempio.
Mi chiedo se vi siate mai fermati a osservare il meraviglioso bagliore del cielo a occidente quando il sole tramonta, con la luna giovane che fa capolino timidamente appena al di sopra degli alberi. Spesso a quell’ora il fiume è calmissimo e ogni cosa si riflette sulla sua superficie: il ponte, il treno che lo attraversa, la luna tenera e, col calare della notte, le stelle. E' tutto molto bello. E per guardare, per osservare, per dedicare tutta l’attenzione a qualcosa di bello, la mente deve essere libera da preoccupazioni, non è cosi? Non deve essere affollata di problemi, di ansie, di elucubrazioni. Solo quando la mente è molto tranquilla si è realmente capaci di osservare, perché allora la mente è sensibile alla straordinaria bellezza delle cose; e forse in questo c’è un elemento che indica la possibile soluzione del problema della libertà.
Orbene, cosa significa essere liberi? La libertà consiste forse nel fare quel che più ci conviene in un determinato momento - andare dove ci pare, pensare a modo nostro? Ma questo lo si fa comunque. Oppure libertà vuoi dire semplicemente essere indipendenti? Nel mondo molte persone sono indipendenti, ma pochissime sono libere. La libertà implica una grande intelligenza, non è così? Essere liberi vuol dire essere intelligenti, ma l’intelligenza non si realizza semplicemente desiderando essere liberi: essa nasce, invece, solo quando cominciate a comprendere tutto il vostro ambiente, le influenze sociali, religiose, familiari e tradizionali che in continuazione vi condizionano. Ma comprendere le varie influenze - l’influenza dei genitori, dello Stato, della società, della cultura a cui appartenete, delle vostre credenze, dei vostri dei e delle vostre superstizioni, della tradizione a cui vi conformate inconsapevolmente - comprendere tutte queste cose e liberarsene richiede una profonda capacità di introspezione. Di solito, però, vi piegate ad esse perché dentro di voi alberga la paura. Temete di non riuscire a raggiungere una buona posizione nella vita, avete paura di quello che dirà il vostro sacerdote, siete spaventati all'idea di non seguire la tradizione, di non fare la cosa giusta. Ma in realtà la libertà è uno stato mentale in cui non c’è paura, né coazione, né bisogno di sicurezza.
La maggior parte di noi desidera la sicurezza. Non vogliamo forse che ci dicano che persone meravigliose siamo, quanto siamo attraenti, o che intelligenza eccezionale abbiamo? Se non fosse così, non avremmo bisogno di esibire i nostri titoli onorifici. Questo genere di cose serve a darci sicurezza, a farci sentire importanti. Desideriamo tutti essere famosi - e nel momento in cui desideriamo essere qualcosa, ecco che non siamo più liberi.
E' importante che afferriate questo punto, poiché rappresenta l’elemento cruciale per la comprensione del problema della libertà. Nel momento in cui desiderate essere qualcuno - sia in questo mondo fatto di politica, potere, prestigio e autorità, o nel cosiddetto mondo spirituale, che esalta la nobiltà d’animo, la santità - non siete più liberi. Ma l'uomo o la donna che percepiscono l’assurdità di tutto questo e i cui cuori sono dunque innocenti perché non sono mossi dal desiderio di essere qualcuno, ebbene, costoro sono liberi. Se comprendete la semplicità di questo approccio, ne vedrete anche la straordinaria bellezza e profondità.
Dopo tutto, la funzione degli esami è proprio quella di assicurarvi una posizione e fare di voi qualcuno. I titoli, il prestigio, la conoscenza, vi incoraggiano in questa direzione. Avete notato che genitori e insegnanti vi dicono che è vostro dovere diventare qualcuno nella vita, che dovete avere successo come vostro zio o vostro nonno? O magari alcuni di voi cercano di imitare l’esempio di qualche eroe, di essere come i Maestri, i santi; e in tal modo, non siete mai liberi. Sia che seguiate l'esempio di un maestro, di un santo, di un insegnante, di un parente, sia che aderiate a una determinata tradizione, tutto ciò contiene implicitamente un’esigenza, da parte vostra, di essere qualcosa; e solo se comprendete veramente questo punto, può esserci libertà.
La funzione dell’educazione è dunque di aiutarvi sin dall'infanzia a non imitare nessuno, ma essere sempre voi stessi. E questo è difficilissimo: non importa se siete brutti o belli, invidiosi, o gelosi, siate sempre voi stessi, ma siatene consapevoli. Essere voi stessi è molto difficile perché credete di essere ignobili e pensate che, se solo poteste trasformare ciò che siete in qualcosa di nobile, sarebbe meraviglioso; ma questo non accade mai. Se invece esaminate e comprendete ciò che effettivamente siete, allora nella comprensione stessa è già presente una trasformazione. Dunque la libertà consiste non nel cercare di diventare qualcosa di diverso da ciò che si è, né nel fare qualunque cosa vi passi per la testa di fare, e neanche nel seguire l’autorità della tradizione, dei genitori, degli insegnanti, ma nel comprendere ciò che siete attimo per attimo.
Vedete, non siete stati educati a fare questo; la vostra educazione vi incoraggia a diventare una cosa o l’altra - ma non è certo questa la comprensione di voi stessi. Il vostro «sé» è una cosa molto complessa; non è semplicemente l’entità che va a scuola, litiga, gioca, ha paura, è anche qualcos’altro che resta nascosto, che non è evidente. E fatto non solo di tutti i pensieri che pensate, ma anche delle cose che sono state inculcate nella vostra mente da altra gente, dai libri, dai giornali, dai vostri capi; ed è possibile comprendere tutto questo soltanto se non desiderate più essere qualcuno, se non imitate, se non seguite modelli altrui - il che significa, in effetti, ribellarsi all’intera tradizione secondo la quale bisogna cercare di diventare qualcuno. E' questa la sola vera rivoluzione, che conduce a una straordinaria libertà. Coltivare tale libertà è la vera funzione dell’educazione.
I vostri genitori, gli insegnanti e i vostri stessi desideri vi spingono a identificarvi con una cosa o l’altra allo scopo di essere felici, sicuri. Ma per essere intelligenti non pensate che sia necessario sbarazzarvi di tutte le influenze che vi riducono in schiavitù e vi annientano?
La speranza di un mondo nuovo è presente in quelli di voi che cominciano a percepire la falsità e a ribellarsi ad essa, non, solo verbalmente, ma nei fatti. Ecco perché dovreste cercare il giusto tipo di educazione: solo crescendo nella libertà potete creare un mondo nuovo che non sia fondato sulla tradizione o modellato sulle idiosincrasie di un filosofo o di un idealista. Ma non può esistere libertà fin tanto che vi limitate a cercare di diventare qualcuno o a imitare un nobile esempio.
Da “La ricerca della felicità” di Jiddu Krishnamurti
Immagine di Still Burning
2 commenti:
ciao.... capitavo di qua, hai scritto un post veramente bello!secondo me la libertà quando non ce l'hai fai di tutto per ottenerla e al momento che ci sei riuscita ne sottovaluti l'importanza, finendo spesso per perderla....
Condivido il tuo commento e aggiungo che non solo la libertà sottende a questa "legge"
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