mercoledì 27 febbraio 2008
Scrivere è vivere una seconda, terza, quarta volta, è darsi una diversa opportunità.
Scrivere è vivere una seconda, terza, quarta volta, è darsi una diversa opportunità.
Hai avuto una famiglia di quelle che, manco te l’avessero data gratis in un ipotetico “ prendi tre, paghi due “, te la saresti presa?
Bene, e tu la cambi e ti crei una mamma su misura disponibile e incoraggiante.
Un babbo che s’impone con autorevolezza perché lui è l’uomo che sa,che conosce il mondo, ma è anche l’uomo capace di batterti sulla spalla un colpetto e dirti:
“Accomodati bambino mio: vivi la tua vita. Sei troppo in gamba per non farcela”.
Scrivere è creare: vite che non ci sono, personaggi che non esistono, ma non per salvarsi dalla disperazione, per divertirsi. E allora, dalla tua fantasia, scaturiranno tutti i personaggi che le parole possono delineare: i più tragici e truculenti, i più eterei e inafferrabili. Le tue donne avranno capelli di seta dai riflessi turchini, ma sapranno anche sputare fuoco come delle draghesse e volare, bestemmiare o pregare.
Scrivere è dimenticare chi si è e il male che si prova. E’ uscire dal rovello dei pensieri che si fanno ripetitivo ossessivi portandosi via la tua serenità. E’ ritrovare la leggerezza in un mondo che si fa di giorno in giorno più pesante. Un computer e due dita che battono sulla tastiera, ma anche solo un mozzicone di matita e un foglio sono sufficienti per uscire da qualunque prigione e volare via come in una favola delle “ Mille e una notte “ su un tappeto magico, intessuto di parole leggere come il vento.
Scrivere è ricordare e far ricordare a chi, distratto, avesse dimenticato. Ricordare e reggere, ben alto, lo stendardo di ciò che è stato e che non dovrà più essere.
Scrivere parole dure e pesanti come pietre, aguzze come coltelli per forare l’indifferenza, per non far dimenticare che, in un attimo, la belva che è dentro di noi, tutti noi, può uscire allo scoperto e ingoiarci.
Scrivere è fatica, è ricerca, è attenzione, è cura, è armonia di suoni, è trovare il ritmo e seguirlo, è lasciarsi andare e riprendersi, è nascondere e scoprire.
Scrivere è ammettere il proprio narcisismo, è sventolarlo nel cielo come un drappo rosso che tutti dovranno prima o poi vedere, è fare a pezzi la propria timidezza, gettarla alle ortiche dopo avere indossato i colori accesi, sgargianti, della superbia, perché chi scrive lo fa per essere letto, lo fa di nascosto, da solo, sperando di essere spiato.
Scrivere è lasciare dietro a sé una traccia, anche se lieve come bava di lumaca.
Scrivere è diletto dei curiosi, di chi interrogando e interrogandosi non smette di cercare.
Scrivere è il dono più bello che una vita di M… mi abbia dato.
Lalla
Immagine di la_petite
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